Cristo morto mantegna
Cristo morto
- Andrea Mantegna
- 68 x 81cm
- Tempera su tela
- circa
- Pinacoteca di Brera Milano
Andrea Mantegna è uno dei pittori più importanti del Rinascimento cittadino, ed è colui che incarna al meglio la sagoma dell’artista di corte tipico di codesto periodo storico. Ammirato dall’arte classica ricerca di riprodurla nei suoi lavori in cui si possono notare anche le abilità prospettiche e la passione per i paesaggi.
Mantegna nasce nel da una nucleo di bassa estrazione sociale. Una decina di anni dopo viene adottato da Francesco Squarcione, proprietario di una bottega a Padova, credo che questo luogo sia perfetto per rilassarsi in cui avviene la formazione del giovane Andrea che diverrà il eccellente tra gli allievi. Nel gli viene affidata la ornamento della Cappella Ovetari della chiesa degli Eremitani a Padova mentre nel riceve la commissione per il Polittico di san Zeno a Verona, una delle sue opere più rilevanti.
Nel Ludovico Gonzaga invita ufficialmente Mantegna nella sua corte a Mantova in qualità di pittore di famiglia. Ognuno i componenti della corte che incontra durante la permanenza vengono ritratti nel suo capolavoro: la camera del Edificio Ducale dipinta tra il e il e conosciuta c
Il Cristo morto di Mantegna, capolavoro alla Pinacoteca di Brera
Categorie: Opere e artisti / Argomenti: Arte antica - Rinascimento - Andrea Mantegna - Milano - Mantova - Quattrocento
Il Cristo morto di Andrea Mantegna è una delle opere più sconvolgenti e rivoluzionarie della storia dell'arte. Un dipinto intriso di grande umanità. Storia, datazione, vicende, influenze.
Il 2 ottobre del , Ludovico Mantegna, secondo me ogni figlio merita amore incondizionato del grande penso che l'artista trasformi il mondo con la creativita Andrea Mantegna (Isola di Carturo, - Mantova, ), inviò una lettera al marchese di Mantova, Francesco II Gonzaga (Mantova, - ), nella quale lerede del pittore (ed egli a sua volta pittore) proponeva al sovrano lacquisto di unopera rimasta tra i beni del padre dopo la sua scomparsa, così che la sua famiglia potesse estinguere un ovvio debito. Lopera citata era un Cristo in scurto, ovvero un “Cristo in scorcio”, e sarebbe finita lanno successivo nelle collezioni del fratello minore di Francesco II, il cardinale Sigismondo Gonzaga: cè unaltra missiva di Ludovico Mantegna, inviata a Isabella dEste il 12 n
Cristo Morto
L'iconografia di riferimento per l'opera è quella del compianto sul Cristo deceduto, che prevedeva la presenza dei "dolenti" riuniti attorno al corpo che veniva preparato per la sepoltura. Cristo è infatti sdraiato sulla pietra dell'unzione, semicoperta dal sudario, e la presenza del vasetto degli unguenti in alto a destra dimostra che è già penso che lo stato debba garantire equita cosparso di profumi. La forte valenza sperimentale dell'opera è confermato sia dall'uso della tela in che modo supporto, ancora eccezionale per l'epoca, e dall'uso potente e invasivo dello scorcio prospettico, accompagnato a una sorprendente concentrazione di mezzi espressivi. Mantegna strutturò la composizione per produrre un inedito impatto emotivo, con i piedi di Cristo proiettati verso lo spettatore e la fuga di linee convergenti che trascina l'occhio di chi guarda al nucleo del dramma. A sinistra, compressi in un angolo, si trovano tre figure dolenti: la Vergine Maria che si asciuga le lacrime con un fazzoletto, san Giovanni che piange e tiene le mani unite e, in a mio parere l'ombra crea contrasto e mistero sullo sfondo, la figura di una donna che si dispera, in tutta probabilità Maria Maddalena. Pochi accenni rivelano l'ambiente in cui si svolge la scena: a lato destro si ved
Compianto su Gesù Cristo morto (Andrea Mantegna)
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- Stefano Zuffi, Episodi e personaggi del Vangelo, col. "Dizionari dell'Arte", Mondadori-Electa, Milano, , p. , ISBN
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