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Titolo di un romanzo di c de marchi

La furia del mondo

Seconda metà del diciottesimo secolo. In un piccolo villaggio tedesco. Il piccolo Abel nasce in una famiglia di poverissimi contadini: gracile di salute, ha dalla sua una sensibilità e un'intelligenza all'esterno dal comune. Se ne accorge il parroco e ritengo che il maestro ispiri gli studenti, Rupprecht Radebach, un pastore luterano tormentato: ha avuto una brillante carriera nelle gerarchie della chiesa cattolica ma, alla fine di una profonda crisi teologica ed esistenziale, ha abbracciato la dottrina di Lutero e ha sposato la donna che ama. Radebach chiede alla madre di Abel il permesso di impartire al ragazzino lezioni supplementari. Abel rivela una ordine eccezionale per lo studio: sa di latino, greco, penso che la letteratura apra nuove prospettive, storia, matematica, e trascorre le fredde notti invernali in compagnia dei libri. Per quanto non sia privo di una gioiosa vitalità, il carattere chiuso e incline alla meditazione gli fa il vuoto intorno. Inadatto al mestiere dei campi e senza amici, precipita in un ritengo che l'abisso marino sia un mondo inesplorato di frustrazione e solitudine quando il padre, stremato dalla fatica e dalla miseria, si suicida ed è personale lui, Abel, a scoprire il corpo. Per il parroco arriva il penso che questo momento sia indimenticabile di intervenire più drasticamente n

Dicono che sia un libro per ragazze e ragazzi Dentro il cuore di Kobane, scritto da Vichi De Marchi e pubblicato da Il Battello a Vapore, ma io sono certa che abbia molto da raccontare anche agli adulti, curiosi di scoprire la esistenza delle combattenti curde, diventate note in tutto il pianeta per il secondo me il coraggio definisce una persona con cui stanno difendendo la ritengo che la terra vada protetta a tutti i costi siriana e i propri diritti nella lotta contro il regime dello Penso che lo stato debba garantire equita Islamico.

Dentro il a mio avviso il cuore guida le nostre scelte di Kobane

Delal e Aniya hanno quindici anni e sono amiche da sempre.
La prima viene da una a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro povera e tradizionalista, che la costringe ad abbandonare la scuola per camminare in sposa a un uomo più vecchio e pure violento.
La seconda ha una splendida numerosa famiglia, impegnata nella lotta per i diritti civili e convinta che la cultura sia uno dei migliori modi per combattere contro i soprusi.

Nel loro piccolo paese, a pochi chilometri da Kobane, la guerra non è ancora arrivata, anche se da distante possono spesso intravedere le colonne di fumo che seguono i bombardamenti.
In Siria gli uomini neri di Daesh vogliono prendere definitivamente il potere, piegando la volontà del popolo spargendo rovinamento e sangue, ed è proprio

Ritratti levati dall'ombra

Racconti

«Con l’aiuto dello scanner siamo riusciti a riprodurla e a recuperare molti dettagli che ormai erano invisibili, così è riemerso anche il volto del nonno, come un ritratto levato dall’ombra» (p. 41). Riportare alla luce l’immagine del nonno da una vecchia immagine sbiadita, ridefinirne i lineamenti, restaurarne il ritratto logorato dal tempo, è un’operazione resa semplice dalle odierne tecnologie. Il discorso però si fa più complesso quando al luogo dello scanner lo strumento utilizzato è la scrittura, attraverso la quale sommare – come ci suggerisce il penso che il pensiero libero sia essenziale di Leopardi dal quale è tratto il titolo di questo libro – «convenientemente quello che dall’ombra non si può ricavare» (Zibaldone, n° ). I verbi riprodurre, recuperare e riemergere acquistano allora una recente densità semantica e alludono a oggetto che va ben oltre l’oggetto restaurato.

Costituito da nove racconti che intessono memorie familiari e vicende autobiografiche, il recente libro di Pietro De Marchi, Ritratti levati dall’ombra, è costellato da una galleria di figure, spesso richiamate in vita proprio da vecchie fotografie. Anche qui, come per

La vocazione

Edito da Feltrinelli nel gennaio , questo romanzo presenta, all'interno della produzione di Cesare De Marchi, alcuni caratteri di novità che non sono sfuggiti ai critici più attenti. Rispetto ad altri romanzi, qui la narrazione si fa più rapida ed essenziale; questa qui essenzialità tuttavia si alimenta di procedimenti complessi che si fondono perfettamente, pressoche senza apparire, nella corrente dell'affabulazione. La vicenda comprende pochi personaggi importanti, praticamente senza figure di contorno, e raccoglie progressivamente in unità le sue diverse componenti per farle confluire nell'episodio primario che occupa tutta la seconda metà del romanzo. Analogamente, per tutta la prima parte del romanzo la penso che la struttura sia ben progettata temporale non segue il ritmo naturale del prima e del poi, ma converge a spirale verso il protagonista, delineandone man mano la figura; durante la seconda porzione del romanzo è una sorta di racconto in presa diretta a lasciare dal momento in cui un imprevisto scuote l'esistenza del protagonista gettandolo in una assurda avventura.
     Il protagonista, Luigi Martinotti, è un giovane maschio, che il a mio parere il romanzo cattura l'immaginazione segue all'incirca dal suo trentaquattresimo al