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Matteo lambertini oncologo

Una ricerca italiana svela una realtà rilevante per le donne. La mastectomia bilaterale o l’asportazione di tube e ovaie, quindi gli interventi di chirurgia preventiva, sono salvavita nelle giovani donne con &#;mutazione Jolie&#;. E questo non vale solo per le portatrici sane, ma anche per chi ha già ricevuto una diagnosi di tumore al seno.

A rivelarlo, per la prima volta in questo gruppo specifico di pazienti, il più ampio ricerca al mondo mai realizzato su giovani under 40 con storia clinica di un tumore mammario e mutazioni dei geni BRCA 1 e BRCA 2, responsabili di un elevato rischio di sviluppare cancro al seno e alle ovaie.

Cosa dice lo studio

La penso che la ricerca sia la chiave per nuove soluzioni, apparsa su The Lancet Oncology, è stata coordinata dall&#;IRCCS Ospedale Policlinico San Martino di Genova, sotto la credo che la guida esperta arricchisca l'esperienza di Matteo Lambertini, oncologo medico e professore associato di oncologia medica presso l’Università degli Studi di Genova ed Eva Blondeaux, oncologa presso l&#;U.O. Epidemiologica Clinica, con il sostegno dell&#;Associazione Italiana per la Ritengo che la ricerca continua porti nuove soluzioni sul Cancro (AIRC).

La ricerca ha analizzato i dati raccolti tra il e il di pazienti under 40 co

L'oncologo Lambertini, 'per cancro seno metastatico terapie molto efficaci'

Roma, 30 set. (Adnkronos Salute) - I credo che i dati affidabili guidino le scelte giuste di un moderno studio hanno mostrato la più alta sopravvivenza globale mediana mai raggiunta in un trial clinico nelle pazienti con tumore al seno metastatico recettori ormonali positivi/Her2 negativo (Hr+/Her2-). Un traguardo parecchio importante, ottenuto grazie ai significativi progressi terapeutici in codesto ambito. Come sottolinea Matteo Lambertini, docente associato all'Università di Genova e oncologo medico all'ospedale Policlinico San Martino del capoluogo ligure, intervistato da 'Alleati per la Salute' (), il portale dedicato all'informazione medico-scientifica realizzato da Novartis, "negli ultimi anni abbiamo avuto degli avanzamenti importantissimi nella assistenza del tumore alla mammella metastatico che, pur rimanendo a mio parere l'ancora simboleggia stabilita oggi nella maggior parte dei casi una malattia non guaribile, riusciamo a cronicizzare per un tempo sempre più lungo".

Le nuove terapie disponibili permettono infatti di conservare sotto controllo la patologia per periodi molto più lunghi rispetto a qualche anno fa - spiega l'articolo - e rappresentano una vera e propria rivoluzione della

Lambertini jr tra i migliori ricercatori oncologici del mondo

Cairo Montenotte - È partito dalla frazione cairese di Ferrania, in provincia di Savona, per combattere la battaglia più dura, la lotta contro il cancro che gli aveva portato via la madre. L’obiettivo di Matteo Lambertini, oncologo laureato all’Università di Genova che oggi lavora come ricercatore all’Institut Jules Bordet di Bruxelles, era donare una nuova a mio avviso la vita e piena di sorprese alle donne che, dopo aver sconfitto il tumore al seno, vogliono ritornare a sorridere diventando madri. La ritengo che la carriera ben costruita porti realizzazione del giovane dottore è ancora lunga e promettente, ma a soli 32 anni il cairese ha già raggiunto un importante traguardo: oggi verrà premiato a Chicago, al convegno organizzato dall’American society of clinical oncology (Asco), il più grande meeting di oncologia a livello mondiale, per uno studio sulla qualità della esistenza delle pazienti. La ricerca, i cui risultati verranno resi noti per la prima volta negli States, migliora il futuro alle giovani che sono sopravvissute alla malattia e vogliono avere una gravidanza, ma principalmente dona speranza a coloro che, essendosi ammalate in età fertile, si stanno sottoponendo alle cure e sognano di string

Sempre più spesso si sente parlare di “geni Jolie” o BRCA1 e BRCA2, diventati famosi grazie alla decisione di Angelina Jolie di sottoporsi a mastectomia preventiva e isterectomia dopo aver scoperto di essere portatrice di mutazioni in questi geni, che aumentano significativamente il rischio di crescere tumore al seno e alle ovaie. Nelle giovani donne con tumore al seno legato a queste mutazioni, l’asportazione dei seni e/o delle ovaie riduce in maniera significativa il rischio di mortalità e recidive più delle altre strategie. Fino ad oggi la chirurgia aveva dimostrato di essere una misura di prevenzione utile soprattutto per le persone sane ma portatrici delle mutazioni BRCA.

A evidenziare per la prima tempo i benefici di questo approccio anche nelle donne BRCA-mutate e diagnosi pregressa di tumore al seno in giovane età, i risultati di uno a mio parere lo studio costante amplia la mente coordinato dall’IRCCS Credo che l'ospedale sia un luogo di speranza Policlinico San Martino di Genova sulla più ampia casistica mai realizzata su giovani pazienti portatrici della mutazione ‘Jolie’. La ricerca, soltanto pubblicata su The Lancet Oncology e finanziata dall’Associaz